Fuoco di sant’Antonio e altre malattie deturpanti: come la chirurgia può aiutare

Fuoco-di-sant-AntonioQuando si parla di malattie della pelle una delle cose che si potrebbe prendere in considerazione nel tentativo di dare sollievo al malato è la chirurgia. Scelta come ultima istanza, quando tutto il resto non è riuscito ad aiutare, la chirurgia può aiutare in maniera concreta.

Partiamo dal fuoco di Sant’Antonio, noto anche come Herpes Zoster, una malattia che colpisce la pelle ed i nervi, caratterizzata dall’essere molto dolorosa e dal portare rischi aggiuntivi come le infezioni oculari (se compare vicino agli occhi), dei problemi di equilibrio, di udito e una certa debolezza muscolare nel caso in cui compaia solo su un lato del corpo. In alcuni casi (molto rari, per fortuna) il fuoco di Sant’Antonio può arrivare fino al midollo spinale e al cervello, provocando meningite ed attacchi cardiaci. La cura del fuoco di Sant’Antonio oggi, in Italia, è esclusivamente attraverso i farmaci, anche se fino a qualche tempo fa una pratica alternativa era quella della chirurgia, considerata in ogni caso molto rischiosa perché, consistendo nella distruzione dei nervi colpiti da tale malattia nel tentativo di impedire loro di mandare segnali di dolore al cervello, coinvolge anche le vertebre.

L’epidermodisplasia verruciforme è un’altra rara malattia legata al rischio di cancro della pelle. Si tratta di un’infezione che porta a squame ed escrescenze sulla pelle, in maniera particolare lungo le mani e i piedi, ma non solo. In questo caso la chirurgia potrebbe aiutare nell’eliminare tali escrescenze, che però risultano di solito molto aggressive e tendono a ritornare nel giro di un paio di anni.

Il carcinoma basocellulare, ovvero il tipo di cancro della pelle più comune in assoluto, è un’altra di quelle problematiche che potrebbero essere potenzialmente deturpanti per la pelle (anche se è una cosa molto rara in considerazione del fatto che, se preso per tempo, questa tipologia di cancro ha una percentuale di guarigione vicina al 100%). In questo caso la chirurgia è fondamentale per asportare la parte di carcinoma dal corpo del paziente e favorire la guarigione. Riconoscere questa tipologia di malattia non è facile perché a volte viene confusa con il fenomeno della psoriasi o eczema, ma in generale se si ha una ferita aperta e sanguinante da più di 2 o 3 settimane, è meglio rivolgersi ad uno specialista.